SEMPLICITÀ
Non consideriamoci mai umili, dato che qualche orgoglio lo potremmo avere sempre, neanche quello di essere un discepolo accettato o nel vero cammino dei Maestri, giacché questo ci separerebbe da quelli non accettati o da quelli che sono sbagliati e questo tipo di separazione è orgoglio.
Nell’essere semplici, assumiamo di essere uno con il complessato, il sofferente, il mal volenteroso, chi odia, il condannato, il peccatore, lo sfrattato, lo sviato, l’errato, il degenerato. Se rifiutiamo, non ci piacciono o abbiamo timore di queste persone, proponiamoci ed esercitiamoci ad accettarle,perché questa è umiltà.
Essere facilitatori dei Poveri è essere maestri di questa gente semplice e sentirci uno con essa. Ricordiamoci che Francesco, quando andò per la prima volta a visitare un lebbrosario, uscì vomitando, però imparò ad accettare i lebbrosi.
La semplicità sta all’interno, nella mente e nei sentimenti, nel non avere pensieri complicati, ne sentimenti ingarbugliati; niente che complichi, differenzi o produca conflitto.
Testo estratto dal libro "UMILTÀ" di Ruben Cedeño
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